фабрицио де андре. стихи песен (по альбомам) : |
- tutti morimmo a stento (1968)
CANTICO DEI DROGATI
Ho licenziato Dio
gettato via un amore
per costruirmi il vuoto
nell'anima e nel cuore.
Le parole che dico
non han piu forma ne accento
si trasformano i suoni
in un sordo lamento.
Mentre fra gli altri nudi
io striscio verso un fuoco
che illumina i fantasmi
di questo osceno giuoco.
Come potro dire a mia madre che ho paura?
Chi mi riparlera
di domani luminosi
dove i muti canteranno
e taceranno i noiosi
quando riascoltero
il vento tra le foglie
sussurrare i silenzi
che la sera raccoglie.
Io che non vedo piu
che folletti di vetro
che mi spiano davanti
che mi ridono dietro.
Come potro dire la mia madre che ho paura?
Perche non hanno fatto
delle grandi pattumiere
per i giorni gia usati
per queste ed altre sere.
E chi, chi sara mai
il buttafuori del sole
chi lo spinge ogni giorno
sulla scena alle prime ore.
E soprattutto chi
e perche mi ha messo al mondo
dove vivo la mia morte
con un anticipo tremendo?
Come potro dire a mia madre che ho paura?
Quando scadra l'affitto
di questo corpo idiota
allora avro il mio premio
come una buona nota.
Mi citeran di monito
a chi crede sia bello
giocherellare a palla
con il proprio cervello.
Cercando di lanciarlo
oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell'infinito.
Come potro dire a mia madre che ho paura?
Tu che m'ascolti insegnami
un alfabeto che sia
differente da quello
della mia vigliaccheria.
PRIMO INTERMEZZO
Gli arcobaleni d'altri mondi hanno colori che non so
lungo i ruscelli d'altri mondi nascono fiori che non ho.
Gli arcobaleni d'altri mondi hanno colori che non so
lungo i ruscelli d'altri mondi nascono fiori che non ho.
LEGGENDA DI NATALE
Parlavi alla luna giocavi coi fiori
avevi l'eta che non porta dolori
e il vento era un mago, la rugiada una dea,
nel bosco incantato di ogni tua idea
nel bosco incantato di ogni tua idea.
E venne l'inverno che uccide il colore
e un babbo Natale che parlava d'amore
e d'oro e d'argento splendevano i doni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni.
Copri le tue spalle d'argento e di lana
di pelle e smeraldi intreccio una collana
e mentre incantata lo stavi a guardare
dai piedi ai capelli ti volle baciare
dai piedi ai capelli ti volle baciare.
E adesso che gli altri ti chiamano dea
l'incanto e svanito da ogni tua idea
ma ancora alla luna vorresti narrare
la storia d'un fiore appassito a Natale
la storia d'un fiore appassito a Natale.
SECONDO INTERMEZZO
Sopra le tombe d'altri mondi
nascono fiori che non so
Ma tra i capelli d'altri amori
muoiono fiori che non ho
BALLATA DEGLI IMPICCATI
Tutti morimmo a stento
ingoiando l'ultima voce
tirando calci al vento
vedemmo sfumare la luce.
L'urlo travolse il sole
l'aria divenne stretta
cristalli di parole
l'ultima bestemmia detta.
Prima che fosse finita
ricordammo a chi vive ancora
che il prezzo fu la vita
per il male fatto in un'ora.
Poi scivolammo nel gelo
di una morte senza abbandono
recitando l'antico credo
di chi muore senza perdono.
Chi derise la nostra sconfitta
e l'estrema vergogna ed il modo
soffocato da identica stretta
impari a conoscere il nodo.
Chi la terra ci sparse sull'ossa
e riprese tranquillo il cammino
giunga anch'egli stravolto alla fossa
con la nebbia del primo mattino.
La donna che celo in un sorriso
il disagio di darci memoria
ritrovi ogni notte sul viso
un insulto del tempo e una scoria.
Coltiviamo per tutti un rancore
che ha l'odore del sangue rappreso
cio che allora chiamammo dolore
e soltanto un discorso sospeso.
INVERNO
Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.
Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andra domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.
Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.
Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morira domani
l'amore ancora ci passera vicino
nella stagione del biancospino.
La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.
Ma tu che stai, perche rimani?
Un altro inverno tornera domani
cadra altra neve a consolare i campi
cadra altra neve sui camposanti.
GIROTONDO
Se verra la guerra, Marcondiro'ndero
se verra la guerra, Marcondiro'nda
sul mare e sulla terra, Marcondiro'ndera
sul mare e sulla terra chi ci salvera?
Ci salvera il soldato che non la vorra
ci salvera il soldato che la guerra rifiutera.
La guerra e gia scoppiata, Marcondiro'ndero
la guerra e gia scoppiata, chi ci aiutera.
Ci aiutera il buon Dio, Marcondiro'ndera
ci aiutera il buon Dio, lui ci salvera.
Buon Dio e gia scappato, dove non si sa
buon Dio se n'e andato, chissa quando ritornera.
L'aeroplano vola, Marcondiro'ndera
l'aeroplano vola, Marcondiro'nda.
Se gettera la bomba, Marcondiro'ndero
se gettera la bomba chi ci salvera?
Ci salva l'aviatore che non lo fara
ci salva l'aviatore che la bomba non gettera.
La bomba e gia caduta, Marcondiro'ndero
la bomba e gia caduta, chi la prendera?
La prenderanno tutti, Marcondiro'ndera
siam belli o siam brutti, Marcondiro'nda
Siam grandi o siam piccini li distruggera
siam furbi o siam cretini li fulminera.
Ci sono troppe buche, Marcondiro'ndera
ci sono troppe buche, chi le riempira?
Non potremo piu giocare al Marcondiro'ndera
non potremo piu giocare al Marcondiro'nda.
E voi a divertirvi andate un po' piu in la
andate a divertirvi dove la guerra non ci sara.
La guerra e dappertutto, Marcondiro'ndera
la terra e tutta un lutto, chi la consolera?
Ci penseranno gli uomini, le bestie i fiori
i boschi e le stagioni con i mille colori.
Di gente, bestie e fiori no, non ce n'e piu
viventi siam rimasti noi e nulla piu.
La terra e tutta nostra, Marcondiro'ndera
ne faremo una gran giostra, Marcondiro'nda.
Abbiam tutta la terra Marcondiro'ndera
giocheremo a far la guerra, Marcondiro'nda...
TERZO INTERMEZZO
La polvere il sangue le mosche e l'odore
per strada fra i campi la gente che muore
e tu, tu la chiami guerra e non sai che cos'e
e tu, tu la chiami guerra e non ti spieghi il perche.
L'autunno negli occhi l'estate nel cuore
la voglia di dare l'istinto di avere
e tu, tu lo chiami amore e non sai che cos'e
e tu, tu lo chiami amore e non ti spieghi il perche.
RECITATIVO
(Due invocazioni e un atto d'accusa)
Uomini senza fallo, semidei
che vivete in castelli inargentati
che di gloria toccaste gli apogei
noi che invochiam pieta siamo i drogati.
Dell'inumano varcando il confine
conoscemmo anzitempo la carogna
che ad ogni ambito sogno mette fine:
che la pieta non vi sia di vergogna.
Banchieri, pizzicagnoli, notai,
coi ventri obesi e le mani sudate
coi cuori a forma di salvadanai
noi che invochiam pieta fummo traviate.
Navigammo su fragili vascelli
per affrontar del mondo la burrasca
ed avevamo gli occhi troppo belli:
che la pieta non vi rimanga in tasca.
Giudici eletti, uomini di legge
noi che danziam nei vostri sogni ancora
siamo l'umano desolato gregge
di chi mori con il nodo alla gola.
Quanti innocenti all'orrenda agonia
votaste decidendone la sorte
e quanto giusta pensate che sia
una sentenza che decreta morte?
Uomini cui pieta non convien sempre
male accettando il destino comune,
andate, nelle sere di novembre,
a spiar delle stelle al fioco lume,
la morte e il vento, in mezzo ai camposanti,
muover le tombe e metterle vicine
come fossero tessere giganti
di un domino che non avra mai fine.
Uomini, poiche all'ultimo minuto
non vi assalga il rimorso ormai tardivo
per non aver pieta giammai avuto
e non diventi rantolo il respiro:
sappiate che la morte vi sorveglia
gioir nei prati o fra i muri di calce,
come crescere il gran guarda il villano
finche non sia maturo per la falce.
CORALE (Leggenda del Re infelice)
C'era un re
che aveva
due castelli
uno d'argento
uno d'oro
ma per lui
non il cuore
di un amico
mai un amore ne felicita.
Un castello
lo dono
e cento e cento amici trovo
l'altro poi
gli porto
mille amori
ma non trovo
la felicita.
Non cercare la felicita
in tutti quelli a cui tu
hai donato
per avere un compenso
ma solo in te
nel tuo cuore
se tu avrai donato
solo per pieta
per pieta
per pieta...
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