фабрицио де андре. стихи песен (по альбомам) : |
- Storia di un impiegato (1973)
INTRODUZIONE
Lottavano cosi come si gioca
i cuccioli del maggio era normale
loro avevano il tempo anche per la galera
ad aspettarli fuori rimaneva
la stessa rabbia la stessa primavera...
CANZONE DEL MAGGIO
Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.
E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti
siete lo stesso coinvolti.
Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le pantere
ci mordevano il sedere
lasciamoci in buonafede
massacrare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c'eravate.
E se nei vostri quartieri
tutto e rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verita" della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.
E se credente ora
che tutto sia come prima
perche avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora piu forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
LA BOMBA IN TESTA
... e io contavo i denti ai francobolli
dicevo "grazie a Dio" "buon Natale"
mi sentivo normale
eppure i miei trent'anni
erano pochi piu dei loro
ma non importa adesso torno al lavoro.
Cantavano il disordine dei sogni
gli ingrati del benessere francese
e non davan l'idea
di denunciare uomini al balcone
di un solo maggio, di un unico paese.
E io ho la faccia usata dal buonsenso
ripeto "Non vogliamoci del male "
e non mi sento normale
e mi sorprendo ancora
a misurarmi su di loro
e adesso e tardi, adesso torno al lavoro.
Rischiavano la strada e per un uomo
ci vuole pure un senso a sopportare
di poter sanguinare
e il senso non dev'essere rischiare
ma forse non voler piu sopportare.
Chissa cosa si trova a liberare
la fiducia nelle proprie tentazioni,
allontanare gli intrusi
dalle nostre emozioni,
allontanarli in tempo
e prima di trovarsi solo
con la paura di non tornare al lavoro.
Rischiare liberta strada per strada,
scordarsi le rotaie verso casa,
io ne valgo la pena,
per arrivare ad incontrar la gente
senza dovermi fingere innocente.
Mi sforzo di ripetermi con loro
e piu l'idea va di la del vetro
piu mi lasciano indietro,
per il coraggio insieme
non so le regole del gioco
senza la mia paura mi fido poco.
Ormai sono in ritardo per gli amici
per l'olio potrei farcela da solo
illuminando al tritolo
chi ha la faccia e mostra solo il viso
sempre gradevole, sempre piu impreciso.
E l'esplosivo spacca, taglia, fruga
tra gli ospiti di un ballo mascherato,
io mi sono invitato
a rilevar l'impronta
dietro ogni maschera che salta
e a non aver pieta per la mia prima volta.
AL BALLO MASCHERATO
Cristo drogato da troppe sconfitte
cede alla complicita
di Nobel che gli espone la praticita
di un'eventuale premio della bonta.
Maria ignorata da un Edipo ormai scaltro
mima una sua nostalgia di nativita,
io con la mia bomba porto la novita,
la bomba che debutta in societa,
al ballo mascherato della celebrita.
Dante alla porta di Paolo e Francesca
spia chi fa meglio di lui:
li dietro si racconta un amore normale
ma lui sapra poi renderlo tanto geniale.
E il viaggio all'inferno ora fallo da solo
con l'ultima invidia lasciata la sotto un lenzuolo,
sorpresa sulla porta d'una felicita
la bomba ha risparmiato la normalita,
al ballo mascherato della celebrita.
La bomba non ha una natura gentile
ma spinta da imparzialita
sconvolge l'improbabile intimita
di un'apparente statua della Pieta.
Grimilde di Manhattan, statua della liberta,
adesso non ha piu rivali la tua vanita
e il gioco dello specchio non si ripetera
"Sono piu bella io o la statua della Pieta "
dopo il ballo mascherato del celebrita.
Nelson strappato al suo carnevale
rincorre la sua identita
e cerca la sua maschera, l'orgoglio, lo stile,
impegnati sempre a vincere e mai a morire.
Poi dalla feluca ormai a brandelli
tenta di estrarre il consiglio della sua Trafalgar
e nella sua agonia, sparsa di qua, di la,
implora una Sant'Elena anche in comproprieta,
al ballo mascherato della celebrita.
Mio padre pretende aspirina ed affetto
e inciampa nella sua autorita,
affida a una vestaglia il suo ultimo ruolo
ma lui esplode dopo, prima il suo decoro.
Mia madre si approva in frantumi di specchio,
dovrebbe accettare la bomba con serenita,
il martirio e il suo mestiere, la sua vanita,
ma ora accetta di morire soltanto a meta
la sua parte ancora viva le fa tanta pieta,
al ballo mascherato della celebrita.
Qualcuno ha lasciato la luna nel bagno
accesa soltanto a meta
quel poco che mi basta per contare i caduti,
stupirmi della loro fragilita,
e adesso puoi togliermi i piedi dal collo
amico che m'hai insegnato il "come si fa"
se no ti porto indietro di qualche minuto
ti metto a conversare, ti ci metto seduto
tra Nelson e la statua della Pieta,
al ballo mascherato della celebrita.
SOGNO NUMERO DUE
Imputato ascolta,
noi ti abbiamo ascoltato.
Tu non sapevi di avere una coscienza al fosforo
piantata tra l'aorta e l'intenzione,
noi ti abbiamo osservato
dal primo battere del cuore
fino ai ritmi piu brevi
dell'ultima emozione
quando uccidevi,
favorendo il potere
i soci vitalizi del potere
ammucchiati in discesa
a difesa
della loro celebrazione.
E se tu la credevi vendetta
il fosforo di guardia
segnalava la tua urgenza di potere
mentre ti emozionavi nel ruolo piu eccitante della legge
quello che non protegge
la parte del boia.
Imputato,
il dito piu lungo della tua mano
e il medio
quello della mia
e l'indice,
eppure anche tu hai giudicato.
Hai assolto e hai condannato
al di sopra di me,
ma al di sopra di me,
per quello che hai fatto,
per come lo hai rinnovato
il potere ti e grato.
Ascolta
una volta un giudice come me
giudico chi gli aveva dettato la legge:
prima cambiarono il giudice
e subito dopo
la legge.
Oggi, un giudice come me,
lo chiede al potere se puo giudicare.
Tu sei il potere.
Vuoi essere giudicato?
Vuoi essere assolto o condannato?
CANZONE DEL PADRE
"Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi
solo i sogni che non fanno svegliare".
"Si. Vostro Onore, ma li voglio piu grandi."
"C'e li un posto, lo ha lasciato tuo padre.
Non dovrai che restare sul ponte
e guardare le altre navi passare
le piu piccole dirigile al fiume
e piu grandi sanno gia dove andare."
Cosi son diventato mio padre
ucciso in un sogno precedente
il tribunale mi ha dato fiducia
assoluzione e delitto lo stesso movente.
E ora Berto, figlio della Lavandaia,
compagno di scuola, preferisce imparare
a contare sulle antenne dei grilli
non usa mai bolle di sapone per giocare;
seppelliva sua madre in un cimitero di lavatrici
avvolta in un lenzuolo quasi come gli eroi;
si fermo un attimo per suggerire a Dio
di continuare a farsi i fatti suoi
e scappo via con la paura di arrugginire
il giornale di ieri lo da morto arrugginito,
i becchini ne raccolgono spesso
fra la gente che si lascia piovere addosso.
Ho investito il denaro e gli affetti
banca e famiglia danno rendite sicure,
con mia moglie si discute l'amore
ci sono distanze, non ci sono paure,
ma ogni notte lei mi si arrende piu tardi
vengono uomini, ce n'e uno piu magro,
ha una valigia e due passaporti,
lei ha gli occhi di una donna che pago.
Commissario io ti pago per questo,
lei ha gli occhi di una donna che e mia,
l'uomo magro ha le mani occupate,
una valigia di ciondoli, un foglio di via.
Non ha piu la faccia del suo primo hashish
e il mio ultimo figlio, il meno voluto,
ha pochi stracci dove inciampare
non gli importa d'alzarsi, neppure quando e caduto:
e i miei alibi prendono fuoco
il Guttuso ancora da autenticare
adesso le fiamme mi avvolgono il letto
questi i sogni che non fanno svegliare.
Vostro Onore, sei un figlio di troia,
mi sveglio ancora e mi sveglio sudato,
ora aspettami fuori dal sogno
ci vedremo davvero,
io ricomincio da capo.
IL BOMBAROLO
Chi va dicendo in giro
che odio il mio lavoro
non sa con quanto amore
mi dedico al tritolo,
e quasi indipendente
ancora poche ore
poi gli daro la voce
il detonatore.
Il mio Pinocchio fragile
parente artigianale
di ordigni costruiti
su scala industriale
di me non fara mai
un cavaliere del lavoro,
io sono d'un'altra razza,
son bombarolo.
Nello scendere le scale
ci metto piu attenzione,
sarebbe imperdonabile
giustiziarmi sul portone
proprio nel giorno in cui
la decisione e mia
sulla condanna a morte
o l'amnistia.
Per strada tante facce
non hanno un bel colore,
qui chi non terrorizza
si ammala di terrore,
c'e chi aspetta la pioggia
per non piangere da solo,
io sono d'un altro avviso,
son bombarolo.
Intellettuali d'oggi
idioti di domani
ridatemi il cervello
che basta alle mie mani,
profeti molto acrobati
della rivoluzione
oggi faro da me
senza lezione.
Vi scovero i nemici
per voi cosi distanti
e dopo averli uccisi
saro fra i latitanti
ma finche li cerco io
i latitanti sono loro,
ho scelto un'altra scuola,
son bombarolo.
Potere troppe volte
delegato ad altre mani,
sganciato e restituitoci
dai tuoi aeroplani,
io vengo a restituirti
un po' del tuo terrore
del tuo disordine
del tuo rumore.
Cosi pensava forte
un trentenne disperato
se non del tutto giusto
quasi niente sbagliato,
cercando il luogo idoneo
adatto al suo tritolo,
insomma il posto degno
d'un bombarolo.
C'e chi lo vide ridere
davanti al Parlamento
aspettando l'esplosione
che provasse il suo talento,
c'e chi lo vide piangere
un torrente di vocali
vedendo esplodere
un chiosco di giornali.
Ma cio che lo feri
profondamente nell'orgoglio
fu l'immagine di lei
che si sporgeva da ogni foglio
lontana dal ridicolo
in cui lo lascio solo,
ma in prima pagina
col bombarolo.
VERRANNO A CHIEDERTI DEL NOSTRO AMORE
Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a crederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore cosi lungo
tu non darglielo in fretta
non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra cosi frenate nelle fantasie dell'amore
dopo l'amore cosi sicure a rifugiarsi nei "sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"
non sono riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.
E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti piu bella e pesarmi gia vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi,
digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l'amore
alle carenze dell'amore
era facile ormai
non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.
Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,
ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo
e troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi
sono riusciti a cambiarci
ci son riusciti lo sai.
Ma senza che gli altri non ne sappiano niente
dirmi senza un programma dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito
farai l'amore per amore
o per avercelo garantito,
andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori
o resterai piu semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,
continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai.
NELLA MIA ORA DI LIBERTA
Di respirare la stessa aria
di un secondino non mi va
percio ho deciso di rinunciare
alla mia ora di liberta
se c'e qualcosa da spartire
tra un prigioniero e il suo piantone
che non sia l'aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione
che non sia l'aria di quel cortile
voglio soltanto che sia prigione.
E cominciata un'ora prima
e un'ora dopo era gia finita
ho visto gente venire sola
e poi insieme verso l'uscita
non mi aspettavo un vostro errore
uomini e donne di tribunale
se fossi stato al vostro posto...
ma al vostro posto non ci so stare
se fossi stato al vostro posto...
ma al vostro posto non ci sono stare.
Fuori dell'aula sulla strada
ma in mezzo al fuori anche fuori di la
ho chiesto al meglio della mia faccia
una polemica di dignita
tante le grinte, le ghigne, i musi,
vagli a spiegare che e primavera
e poi lo sanno ma preferiscono
vederla togliere a chi va in galera
e poi lo scanno ma preferiscono
vederla togliere a chi va in galera.
Tante le grinte, le ghigne, i musi,
poche le facce, tra loro lei,
si sta chiedendo tutto in un giorno
si suggerisce, ci giurerei
quel che dira di me alla gente
quel che dira ve lo dico io
da un po' di tempo era un po' cambiato
ma non nel dirmi amore mio
da un po' di tempo era un po' cambiato
ma non nel dirmi amore mio.
Certo bisogna farne di strada
da una ginnastica d'obbedienza
fino ad un gesto molto piu umano
che ti dia il senso della violenza
pero bisogna farne altrettanta
per diventare cosi coglioni
da non riuscire piu a capire
che non ci sono poteri buoni
da non riuscire piu a capire
che non ci sono poteri buoni.
E adesso imparo un sacco di cose
in mezzo agli altri vestiti uguali
tranne qual'e il crimine giusto
per non passare da criminali.
C'hanno insegnato la meraviglia
verso la gente che ruba il pane
ora sappiamo che e un delitto
il non rubare quando si ha fame
ora sappiamo che e un delitto
il non rubare quando si ha fame.
Di respirare la stessa aria
dei secondini non ci va
e abbiamo deciso di imprigionarli
durante l'ora di liberta
venite adesso alla prigione
state a sentire sulla porta
la nostra ultima canzone
che vi ripete un'altra volta
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
Per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
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